Storica bellezza del gelso

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Storica bellezza del gelso
Anche se sempre meno di frequente, puo´ capitare di incontrare in alcuni angoli di campagna vecchie iante di gelso. Le trovaimo accanto a cascine ormai abbandonate e le riconosciamo per il loro tronco corto e possente, la corteccia spessa e screpolata e le foglie lucenti, ampie a forma di cuore che formano una chioma folta che da´ un´ombra densa, molto piacevole in estate. Ma queste rigogliose piante sono anche apprezzate per la resistenza all´inquinamento e all´aria salmastra, percio´ si adattano a vivere nell´ambiente urbano. E´ interessante sapere che il gelso era coltivato dagli antichi Greci e Romani per i suoi frutti, dolci ma leggermente aciduli, ricchi di vitamine e da gustare maturi e appena rccolti. Percio´, se amiamo riscoprire i sapori antichi, ecco una ragione in piu´ per ospitare nel nostro frutteto o nel nostro giardino almeno una pianta di gelso. In estate avremo la sorpresa di vedere i suoi rami carichi di frutti, ancora piccoli e simili a more molto profumate. Il frutto, che comunemente viene detto mora, in realta´ e´ un insieme di piccole bacche riunite in un grappolo molto fitto da sembrare un tutt´uno che i botanici chiamano sorosio. Il termine mora probabilmente deriva dal greco meros, che significa porzione, in riferimento a questa particolarita´ dei frutti. Esistono due specie di gelso. il gelso nero detto moro (il cui nome scientifico e´ Morus nigra) e il gelso bianco (Morus alba). Il primo produce frutti di colore scuro dolci e aciduli, il secondo frutti bianco rosati, molto dolci e prodotti in quantita´ minore. Le due specie si possono riconoscere dalle foglie che nel gelso bianco sono verde chiaro, lucenti e lisce, mentre nel gelso nero sono scure e ruvide sopra, piu´ chiare e ricoperte da peluria abbondante sul lato inferiore. Anche la corteccia e´ diversa, infatti nel gelso nero e´ piu´ cupa.